lunedì 31 marzo 2008

Modi di conservazione

Si sa, ogni collezionista si augura di avere tutte le immaginette in suo possesso in perfetto stato e, soprattutto per coloro che collezionano santini antichi, quello della conservazione è un problema molto serio. Queste piccole opere d’arte, essendo per lo più costituite di sola carta, sono soggette a deperimento e ad usura se non vengono conservate nel modo giusto.

Dopo anni di collezionismo, ritengo che il posto ideale dove si possono collocare è in album costituiti da fogli di sola carta. Già verso la fine del sec. XIX, i primi albums di immaginette religiose erano costituiti da fogli di cartone spesso, con delle “nicchie” ricavate sul foglio dove veniva adagiata l’immaginetta.

Oggi possono essere utilizzati gli albums per la collezione di francobolli, quelli in cartone, con le striscette cosidette “pergamenate”, meglio se a fogli rimovibili (come nell'esempio qui sotto).

Per le cromolitografie cartonate, come quelle della Santa Lega Eucaristica – Serie Comune per intenderci, vanno bene anche i fogli mobili a 3 o 4 tasche.

sabato 29 marzo 2008

I Klauber e Le Litanie Lauretane


I Klauber furono una famiglia di incisori asburgici attivi per circa un secolo, dalla metà del XVIII alla metà del XIX: Jos Sebastian (1700-1768), Joan Baptista (1712-1787), Joseph Wolfgang Xavier (1740-1813) ed infine Joseph Anton (1779-1837).

La loro produzione di incisioni fu vastissima, ma per quanto riguarda le immaginette religiose sono noti in particolare per Le Litanie Lauretane. La serie è composta di 56 incisioni, a bulino su carta, caratterizzate da una scena centrale e da diverse scritte, ulteriori rispetto al titolo sulla parte superiore e alla didascalia in basso.

Le immaginette dei Klauber si riconoscono, oltre che per le dimensioni un po' più grandi rispetto ai santini, anche per la scritta Cath che usavano aggiungere al loro nome, stampato di solito in basso a destra. La specificazione di Cath, ovvero “cattolici” serviva a distinguere la casa editrice da altre di religione protestante.

Per le dimensioni più grandi,circa cm 14,5 x 9, alcuni (Dolores Sella) preferiscono dar loro la definizione di “immaginette devozionali”, per distinguerle dai santini, dal classico formato di dimensioni cm 11 x 6,5.

Altra caratteristica peculiare che si ritrova in queste immaginette è la sigla, posta in basso a sinistra, C.P.S.C.M., ovvero Cum Privilegio Sacrae Caesareae Maiestatis, che stava a indicare l'impronta giuridica imperiale.

(L'immaginetta sopra riportata appartiene alla mia collezione)


sabato 22 marzo 2008

La celebre sconosciuta AR

Chi colleziona santini, in particolare quelli seriali, conosce senz’altro la vastissima produzione della casa editrice AR.

Sa anche, il collezionista, che sono altrettanto scarse le notizie che si hanno su di essa. Notissimo il marchio, caratterizzato dalle lettere AR sagomate inserite in un cerchietto; note anche le varie e numerose serie. Ne riporto alcune più conosciute: serie 2000 (in due versioni, con bordi lisci e bordi fustellati); le serie 300; 400; 700; 800 e 900; serie 5000; serie agnus; serie Z.

Mi fermo qui, ma la produzione è veramente tanta.

Malgrado sia rimasto veramente tanto, di questa casa editrice si sa molto poco, o niente. A cominciare dal nome e dal significato di quella sigla: AR.

Sul retro di una immaginetta in mio possesso datata 1951 si legge Edizioni “Ars – Milano” – Roma, che potrebbe spiegare quella sigla.

Tuttavia, in assenza di ulteriori “indizi” non è detto che si tratti proprio della nostra casa editrice.

Incerti gli inizi della sua produzione, non esistendo una data certa relativa alla sua fondazione e dell'inizio attività. In un’immaginetta della serie 400, appartenente alla mia collezione, si legge, scritta a mano, la data del 15 luglio 1915. Se consideriamo che i santini più datati sono proprio quelli della serie 400 e della serie 2000, possiamo dire, con un certo margine, che gli inizi della produzione della casa editrice dovrebbero risalire proprio a tale periodo.

Restano ignote anche le cause della chiusura dell’attività, avvenuta con molta probabilità alla fine degli anni ’60.

E’ doveroso, infine, segnalare che c’è chi sostiene che la casa editrice AR, vero nome Reproducta, sarebbe nata in Italia agli inizi degli anni ’30 per poi trasferirsi negli USA, dove sarebbe tuttora attiva (fonte Brent Devitt).