venerdì 30 maggio 2008

La struttura dell'immaginetta (parte II)




H = preghiera

I = fonte

L = numero di serie

M = indirizzo casa editrice

N = imprimatur








Continuiamo con la descrizione degli elementi strutturali, questa volta del verso, ovvero del lato posteriore dell'immaginetta. Naturalmente, non tutte le immaginette sono provviste di tutti gli elementi elencati.

L'elemento principale del verso è costituito dalla preghiera (lettera H). Tuttavia va ricordato che originariamente le immagini venivano stampate senza preghiera. Poi, a partire dal seicento, sul recto, l'immagine è accompagnata da una breve invocazione, posta alla base o sopra la figura. L'esigenza di stampare un testo più o meno lungo, porterà infine al modello usato fino adf oggi, con la preghiera sul verso.

In alcuni casi, sotto la preghiera, viene citata la fonte (lettera I).

Nella parte inferiore troviamo il cosiddetto imprimatur (lettera N), letteralmente “si stampi”, ovvero l'autorizzazione concessa dall'Ordinario, dal Superiore Maggiore di un Ordine o di una Congregazione, prescritta dal vecchio Codice di Diritto Canonico, ora abolito, in virtù della quale la Chiesa dava il proprio consenso alla stampa dell'immagine.

Come ho già avuto modo di avvertire altrove, non bisogna confondere la data dell'imprimatur con quella di produzione del santino.

In alcune immaginette è apposta la formula con approvazione eccesiastica, o con licenza dei superiori o ancora con permissione dei superiori. Formule diverse ma indicanti lo stesso provvedimento.

Solo nelle immaginette “seriali” è posto il numero di serie (lettera L), ma può trovarsi com'è noto anche sul recto o in ambedue i lati. Può essere preceduto dalla lettera N, da Nr, da N.o. E in quelle francesi da Pl (planche, ovvero incisione). Si badi: il numero non si riferisce ai pezzi stampati, che posso anche essere migliaia di uno stesso numero, bensì all'immagine raffigurata.

giovedì 29 maggio 2008

La struttura dell'immaginetta (parte I)




A = bordo o margine

B = cornice

C = fondo

D = titolo

E = editore/incisore

F = indirizzo




Qual è la struttura dell'immaginetta?

Intanto va detto che distinguiamo il recto dal verso.

Il recto corrisponde alla parte anteriore dell’immaginetta, ovvero la parte dove si trova la raffigurazione, l’immagine in senso proprio. La parte posteriore si chiama invece verso.


Sull'immagine raffigurata sono indicati, con le lettere dalla A alla G gli elementi strutturali relativi al recto.


I contorni esterni dell’immaginetta si definiscono bordi o margini (lettera A) e possono essere di diverso tipo: lisci, fustellati, centinati, sagomati. Dal tipo di margine, l’immaginetta assumerà la definizione di fustellata, centinata, sagomata.


Al centro è posta la figura o immagine (lettera G), che può essere di soggetto diverso e di dimensioni che vanno da un piccolo cerchietto al centro, fino ad estendersi per tutto il recto. Può essere costituita da un’incisione, una litografia, una stampa. Inoltre può presentarsi in rilievo o goffrata, vestita ( ricoperta di stoffa o di carta, come fosse vestita appunto), con lustrini.


Fra i bordi e l’immagine può esservi una cornice (lettera B). Essa può essere disegnata oppure fatta secondo tecniche diverse: traforata a punzone (asta di acciaio duro recante all’estremità un segno, un motivo), di pizzo, goffrata (impressa a rilievo, attraverso speciali calandre applicate sulla carta), a rilievo.


Il fondo (lettera C)corrisponde alla parte del recto dove non insiste l’immagine.


Posto al di sotto della raffigurazione è il titolo (lettera D), che indica il nome del soggetto raffigurato. Può anche essere assente o accompagnato da una didascalia o da brevi versi.


L’editore o la casa editrice o l'incisore (lettere E – F)può trovarsi indicata sia sopra o sotto l’immagine che sul verso: di solito è indicato il nome e a volte l’indirizzo. Manca in molte immaginette che, per questo sono definite anonime. (continua)

martedì 27 maggio 2008

Collezioni tematiche: San Francesco da Paola


Nel collezionismo dei santini, un posto di rilievo assumono le collezioni tematiche. Probabilmente sono le più diffuse. Elencarle tutte sarebbe impossibile, in quanto molte rientrano nel gusto particolare del singolo collezionista.

In primis troviamo sicuramente la collezione dedicata esclusivamente ai santi o alle sante e, nell'ambito di esse, a questo/a particolare santo/a.

A volte la scelta è motivata dalla devozione del collezionista per il/la santo/a, altre per gusto personale. In quest'ultimo caso si pensi ai tanti che collezionano i cosiddetti “santi rari”, ovvero santi o sante poco diffusi o dai nomi più o meno sconosciuti.

Fra quelli tradizionali invece vi è sicuramente San Francesco da Paola, che lo vedete raffigurato in una bellissima immaginetta della seconda metà del XIX secolo, di provenienza francese: una cromolitografia applicata su matrice a pressa e a punzone in bianco e oro.

Molto noto, anche se in misura inferiore rispetto al Santo di Assisi, le immaginette che lo raffigurano sono molto ricercate dai collezionisti di tutto il mondo.

sabato 24 maggio 2008

AR, la Serie Agnus


L'immaginetta che vedete raffigurata è una mignonette, così definita in Francia per le sue dimensioni ridotte, cm 4,5 x 6,6, edita dalla nota, e altrettanto sconosciuta, casa editrice AR, in particolare la n. 12 della Serie Agnus.

La suddetta serie è con ogni probabilità una delle ultime prodotte dalla casa editrice, negli anni sessanta del secolo scorso. Non so dire di quante immagini si compone, l'ultimo della mia collezione è il n. 55 (se qualcuno è a conoscenza di altri numeri farà cosa gradita a segnalarli).

Una curiosita: nell'attuale catalogo della FB (Fratelli Bonella) è in vendita una serie davvero molto simile, credo la 5200.


giovedì 22 maggio 2008

Augusta Vindelicorum


Un collezionista mi domanda del significato della sigla A.V. posta accanto al nome dell'incisore sul lato inferiore di alcune immaginette di area tedesca.

Posso rispondere con assoluta certezza che si tratta delle lettere iniziali di Augusta Vindelicorum, ovvero del nome latino della attuale città di Augsburg ( in italiano Augusta).

Tale sigla si trova infatti nelle immaginette e/o incisioni di incisori di area asburgica/tedesca, come Busch o Will. Quest'ultimo, in particolare, in alcune immaginette, utilizza anche l'abbreviazione di Aug. Vind., come si può notare nell'immaginetta riportata a sinistra. Trattasi di un'incisione a bulino su carta vergellata del noto incisore Martin Will, attivo nel XVIII secolo.

domenica 18 maggio 2008

Joseph Koppe


Personalmente considero le immaginette di Joseph Koppe tra le più belle mai prodotte.

Attivo a Praga, a partire dalla prima metà del XIX secolo, stampò diverse migliaia di incisioni che poi colorava a mano secondo una tecnica originalissima Per dare loro quell'effetto lucido caratteristico, usava spalmarvi albume o colla. Le misure classiche di queste immaginette, di cui ne vedete una rappresentata, sono di cm 8 x 12.

Su alcuni esemplari (prima produzione?) è riportato in basso J. Koppe Prag. In altre si legge Druck u Verlag J. Koppe Prag, ovvero stampato per l'editore J. Koppe di Praga.

Si conoscono anche immaginette di Koppe merlettate, goffrate, a rilievo ed apribili.

Attualmente le quotazioni delle immaginette di questo grande incisore si aggirano dai 15,00 ai 45 Euro, ma sono destinate a salire.

venerdì 16 maggio 2008

Serie Comune, n. 330

Quasi tutti i collezionisti della Serie Comune della famosa casa editrice Santa Lega Eucaristica di Milano conoscono il catalogo "Santini di Serie - Santa Lega Eucaristica di Milano" di Enzo Pagliara edito da Barbieri. In esso mancano le raffigurazioni dei numeri 321, 330, 335 e 336. Da una mia ricerca risulta che l'immaginetta corrispondente al n. 330 è intitolata, e raffigura, "L'Infanzia di Gesù". Credo di fare cosa gradita a quanti collezionano detta serie. Se, ovviamente, vi fosse qualche collezionista in possesso dei suddetti numeri e volesse inviare una scansione degli stessi, credo che farebbe felici tutti.

giovedì 15 maggio 2008

Ancora aste!


Torno ancora una volta a parlare di aste on line. E ovviamente su ebay.

Qualche giorno fa la mia attenzione è stata attratta da un'immaginetta molto particolare (la vedete riprodotta a lato).

Di primo acchito sembrerebbe una merlettata con figura applicata. Ma un'analisi più attenta – per quanto sia possibile su PC – lascia intendere che in realtà di tratta di un collage formato da due pezzi differenti, appartenenti a epoche diverse. Sopra una matrice di pizzo (il pezzo sottostante), risalente molto probabilmente alla fine dell' 800 è stato incollato un santino, nella specie il n. 221 della serie Z edito dalla casa editrice AR, raffigurante San Tommaso D'Aquino, prodotto negli anni '50 del 1900 e stampato in off-set.

La sorpresa da parte mia, si è trasformata subito in delusione. Credevo di essere di fronte a una vera rarità, una merlettata prodotta dalla AR (che per quanto mi consta non ha mai prodotto merlettate), ed invece era un collage creato da un privato.

Da un punto di vista collezionistico un pezzo “inutilizzabile” e non catalogabile, a meno che non lo si voglia inserire appunto fra i collages.


sabato 10 maggio 2008

Meschini e i santini pochoir


Una produzione molto interessante è quella dei santini prodotti intorno agli anni '30 dal Meschini (ne vedete un esempio nell'immagine a lato).

Molto ricercati in questi ultimi anni dai collezionisti, stanno diventando - anche per questo motivo, oltreché per il fatto di essere stati prodotti in numero limitato – sempre più rari.

Devono la loro caratteristica e originalità alla particolare tecnica di produzione, cosiddetta a pochoir o patron, termine francese che significa “stampino”. Nata verso la metà del XIX secolo, consisteva nel dipingere a mano delle stampe, mediante delle lamine di zinco ritagliate in corrispondenza del disegno (originariamente gli stampini erano ricavati da cartone oleoso), su cui veniva applicato il colore. Tecnica corrispondente anche al procedimento grafico detto stencil.

I santini a pochoir del Meschini, e della sua scuola, si riconoscono, a parte la tecnica descritta, anche per la presenza delle lettere GM e del numero di serie, stampati sul verso. In altri è riportato il marchio Ars Nova.

Il loro valore di mercato si aggira intorno ai 3-6 Euro, ma c'è da scommettere che tra qualche anno la loro quotazione salirà ancora di molto.

Per un approfondimento consiglio di leggere l'ottimo “I santini pochoir di Giovanni Meschini e la Ars Nova su www.cartantica.it/pages/pochoir2.asp


giovedì 8 maggio 2008

Incisione di Joseph Busch venduta su Ebay


L'immaginetta raffigurata è stata venduta su ebay.it. Con una base d'asta di € 24,90 è stata aggiudicata al prezzo finale di € 83,00.

Si tratta di un'incisione a bulino su carta, colorata a mano, dimensioni cm 12,5 x 7,5 risalente al XVIII secolo, prodotta dall'incisore asburgico Joseph Busch e raffigurante Santa Apollonia.

Ancora una volta, un pezzo di grande interesse collezionistico, venduto sul sito d'aste on line più famoso di internet.

sabato 3 maggio 2008

Le quotazioni della SLE - Serie Comune


Torno a parlare di quotazioni.

Sul sito di aste on line più famoso della rete, ebay.it, i santini che scatenano vere e proprie guerre per l'aggiudicazione sono rappresentati dalle cromolitografie edite dalla casa editrice Santa Lega Eucaristica di Milano. In particolare le immaginette della serie comune, o serie 340 (dal numero totale di immagini prodotte in tale serie) suscitano il massimo interesse e vengono vendute a un prezzo base di 5-6 Euro, che può raggiungere a chiusura d'asta anche gli Euro 16,00.

Ora, se si pensa che delle immaginette francesi, merlettate, del XIX secolo, possono essere vendute anche a un prezzo inferiore, si può comprendere quanto sia determinante l'elemento collezionistico.

Il fatto di conoscere tutti i pezzi, o quasi, della serie, ha infatti accresciuto l'interesse dei collezionisti per la serie comune.

Molti hanno attribuito il merito, o la colpa, di tale fenomeno, alla pubblicazione del catalogo Santini di Serie – Santa Lega Eucaristica di Enzo Pagliara, edito da Barbieri, dove sono riportate e illustrate tutte, o quasi (ne mancano quattro) le 340 immaginette della serie (nell'immagine sopra riportata, il n. 2 della serie).

giovedì 1 maggio 2008

Carta e filigrana


Elemento essenziale del santino è la carta. Perché il santino o l'immaginetta devozionale siano tali, devono essere costituiti interamente, o comunque prevalentemente da carta. Questa potrà essere di diversi tipi e con caratteristiche diverse che dipendono dalla consistenza o dalla filigrana. Quest'ultima è di fondamentale importanza perché consente di risalire con una certa attendibilità alla paternità e al periodo in cui è stato stampato il pezzo.

Com'è noto, la filigrana consiste in un disegno, di solito un simbolo, che è possibile intravedere ponendo il pezzo di carta in controluce. Chi conosce le incisioni del Callot, ad esempio, sa anche che utilizzava per filigrana il giglio inscritto in un cerchio.

Ma che succede nel caso in cui si è di fronte a un'incisione, su carta antica, ma senza filigrana? Si è di fronte a un falso? E cosa deve fare il collezionista? Privilegiare il soggetto, stampato con una matrice originale, oppure la carta? Non voglio addentrarmi in questioni affrontate da anni da esperti del campo. Da collezionista mi sento di dire che un santino/incisione stampato da una matrice originale, ma su carta diversa da quella utilizzata originariamente, magari appartenente a epoca successiva, è tuttavia validissimo da collezionare e deve trovare posto nell'ambito della collezione. Certo, poi si discuterà sulla tiratura, sul numero di pezzi stampati, su chi ha stampato, ecc. e ciò potrà influire sul valore di mercato e collezionistico.

Ma ciò che motiva il collezionista è principalmente la sua passione.

(L'immaginetta/incisione riprodotta nella foto, appartenente alla mia collezione privata, è del Callot e fa parte del suo Martirologio)