domenica 15 marzo 2009

Canivets italiani


Quando si parla della produzione di canivets tutti gli studiosi sono concordi nell'asserire che furono una peculiarità esclusivamente europea, citando fra tutti quelli di area tedesca e francese.
Sull'esistenza di una produzione italiana non ci sono informazioni certe. Non è da escludere che anche l'Italia, soprattutto l'area del Nord, abbia conosciuto tale produzione, ma allo stato abbiamo soltanto degli "indizi". Come afferma anche la Prof.ssa Elisabetta Gulli Grigioni, insigne studiosa della materia, infatti, << si parla, in alcuni testi stranieri dell'esistenza di una produzione italiana caratterizzata dall'affinità del disegno ai motivi tipici del ferro battuto. Gabriel Magnien cita due esemplari datati 1744 riprodotti in "L'art rustique en Italie"... Jean Pierre Seguin ... pubblica un intaglio italiano seicentesco ispirato alla decorazione del ferro battuto, ma non informa circa il luogo di conservazione dell'esemplare...>> (E. Gulli Grigioni, "Carte intagliate, ritagliate e punzecchiate", Edizioni Essegi, 1998, Ravenna).
Certo un esemplare italiano, proprio per la sua rarità e peculiarità, avrebbe un valore di mercato di gran lunga superiore rispetto ai già quotatissimi pezzi tedeschi e francesi che, com'è noto ai collezionisti del genere, hanno un valore di mercato che va da un minimo di Euro 200,00 fino a un massimo di Euro 750,00. Quotazione che in casi particolari può superare anche i 1500,00 Euro. Si parla ovviamente di elaboratissimi intagli in pergamena e con particolari miniature.

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