Sono molti gli amici collezionisti che mi scrivono per chiedermi informazioni su questa o l'altra casa editrice, il più delle volte avendo come riferimento un semplice marchio.
Come ho più volte ripetuto, soprattutto nel secolo scorso c'è stato un fiorire di piccole case editrici, spesso non più di piccole tipografie, che grazie all'impiego di tecniche di produzione economiche, come ad esempio l'off-set, hanno prodotto grandi quantitativi di santini.
Come ho più volte ripetuto, soprattutto nel secolo scorso c'è stato un fiorire di piccole case editrici, spesso non più di piccole tipografie, che grazie all'impiego di tecniche di produzione economiche, come ad esempio l'off-set, hanno prodotto grandi quantitativi di santini.
Per quanto riguarda invece la produzione di inizio secolo, parliamo dei primi decenni del Novecento, le tipografie locali, di tutta Europa e oltre si badi, commissionavano immaginette ai grandi stabilimenti, limitandosi a stampare sul verso delle stesse il proprio logo.
Per il collezionista, in questi casi, si pone il problema dell'esatta identificazione ai fini di una corretta catalogazione: nelle foto qui riportate, si può notare una cromolitografia, l'immaginetta n. 12001, della serie 12000, edita dalla Santa Lega Eucaristica di Milano, destinata al mercato spagnolo. Come si può agevolmente osservare sul verso è stata stampata quale ricordo di Prima Comunione. Ebbene, nella parte inferiore si legge Estamperia "Sagrat Cor", Bisbe, 4.
E' ovvio che ai fini della catalogazione, l'immaginetta in questione dovrà essere inserita fra le cromolitografie della Santa Lega Eucaristica di Milano, serie 12000, magari con la specifica annotazione di essere destinata al mercato spagnolo.
E' ovvio che ai fini della catalogazione, l'immaginetta in questione dovrà essere inserita fra le cromolitografie della Santa Lega Eucaristica di Milano, serie 12000, magari con la specifica annotazione di essere destinata al mercato spagnolo.
da pierluigi, Lodi
RispondiEliminauna precisazione la dicitura è di prima Messa a 12 anni della 1° comunione.
Il discorso delle varianti è effettivamente una strada che ogni collezionista dovrebbe percorrere in regime di "autoregolamentazione" e sulla base del buon senso, anche perchè applicando criteri "asettici" si arriverebbe ad una elefantiasi anche un pò pedante, nel caso in cui le varianti siano proprio minimali e trascurabili (e riguardino essensialmente il tergo).
RispondiEliminaL'esemplare SLE 12001 in mio possesso, ad esempio, riporta la dicitura in latino "...in te spes et fortitudo mea..." [e, a mio modo di vedere è degna di essere considerata pezzo diverso dalla versione spagnola] e a tergo la commemorazione di un giorno di prima comunione e cresima - ebbene sì, tutto insieme! - datato 1926 e nessuna indicazione della tipografia, sebbene sia evidentemente della SLE [e queste ultime caratteristiche non sarebbero, a mio modo di vedere, elementi sufficienti per determinare una variante degna di nota].
Roberto Negro