venerdì 14 novembre 2008

Collezionisti


C'è una certa concezione, stereotipata, che vede il collezionista come un maniaco raccoglitore dei propri oggetti-feticci, capace di compiere gesti fuori dal normale pur di ottenere quel determinato e agognato pezzo mancante alla propria collezione. Una persona insomma disposta a spendere vere e proprie fortune del proprio patrimonio o addirittura, in alcuni casi, a compiere azioni che stanno ai limiti della legalità.
Se questo può essere vero in qualche raro caso, si deve anche riconoscere ai collezionisti un grande merito. E' anche grazie ad essi, alla loro genuina passione per l'arte e per gli oggetti, di qualunque genere, prodotti dall'uomo che si è potuto ricostruire la storia dell'umanità; è grazie alla loro passione per la raccolta che si è riusciti a ricostruire fasi ed eventi che altrimenti, soprattutto in assenza di documenti, sarebbero rimasti nell'oblio.
Il vero collezionista è sì un appassionato di raccolta di un determinato oggetto, ma è anche cultore e studioso dello stesso, capace, al contrario di quello che qualcuno può credere, di grandi gesti di generosità: si pensi a quanti musei o raccolte pubbliche sono debitori dei collezionisti.
Per restare nell'ambito che ci riguarda da vicino, voglio pubblicamente fare i miei apprezzamenti all'amico Ennio Belotti di Lovere (BG) che vanta una stupenda collezione di incisioni e santini, dal XVI al XX secolo. Nella foto un'acquaforte del Callot (XVII sec.), dal martirologio (Collezione Belotti).

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